Eliane Arditi e la figura dell'insegnante di danza classica
Ne parliamo con Eliane Arditi, Coordinatrice della sezione di Propedeutica della Scuola di
Ballo del Teatro alla Scala
Eliane, che si insegni in una scuola professionale, con una platea di allievi selezionata e motivata, o che si insegni in una scuola privata amatoriale, quali sono le caratteristiche fondamentali che secondo lei deve avere un buon insegnante di danza?
La scelta di intraprendere un percorso d’insegnamento della danza deve essere motivata da due rilevanti fattori:
la consapevolezza dell’importanza dello studio della danza nello sviluppo psico/ fisico del bambino e il desiderio di trasmettere con generosità e passione il proprio sapere ai giovani allievi.
Sia che si insegni in una scuola amatoriale o professionale, le caratteristiche che deve avere un buon insegnante sono fondamentalmente le stesse.
L’insegnante deve avere un’adeguata preparazione tecnica/didattica, una conoscenza di elementi di anatomia e nozioni di musica applicata alla danza.
Inoltre con la sua presenza e il suo carisma deve sapere creare un’atmosfera di interesse e stimolo all’impegno e al lavoro.
La sua deve essere una figura autorevole, equilibrata e paziente.
Deve saper appassionare, lodare l’impegno e i risultati ottenuti e non scoraggiare l’alunno che ha difficoltà, ma, aiutarlo a superarle con ancor maggior impegno.
Uno strumento fondamentale di comunicazione è la voce dell’insegnante, che deve saper guidare, incoraggiare, spronare e correggere. Oltre che con la sua presenza anche con la voce l’insegnante può creare un’atmosfera di stimolo e di partecipazione.
Il tono sarà autorevole ma accattivante, le parole di stimolo e mai di scoraggiamento: meglio dire “Puoi fare meglio” spiegando con indicazioni tecniche e correggendo errori piuttosto che dire solo “Male!” demoralizzando l’allievo senza aiutarlo a correggersi.
Come deve prepararsi un insegnante a una lezione?
Innanzitutto, l’insegnante deve avere sempre chiare le finalità da raggiungere, non solo per l’esecuzione del programma, ma anche prefissandosi degli obiettivi didattici per ottenere maggiori risultati tecnici.
Sarà sempre bene che l’insegnante arrivi a lezione con le idee ben chiare sullo svolgimento della lezione:
prepararla precedentemente sarà un’abitudine da non perdere anche dopo anni di esperienza.
Se l’insegnante dimostra incertezza, stanchezza o distrazione, l’alunno avvertirà una sensazione di indolenza e non parteciperà con il giusto impegno.
Nel mostrare l’esercizio l’insegnante dovrà eseguirlo con la massima precisione in quanto l’allievo è incline a riprodurre ciò che vede. Tutti i bambini sono molto sensibili alle attenzioni dell’insegnante.
L’allievo che non si sente guidato, corretto e, a volte lodato, non parteciperà, anche se appassionato, con il dovuto impegno e entusiasmo.
A prescindere dal livello tecnico che si vuole o si può raggiungere nella propria scuola, un maestro di danza è in primo luogo un educatore, soprattutto se si pensa agli allievi delle fasce d’età più piccole; qual è l’insegnamento più importante che un insegnante deve infondere nei propri allievi?
L’insegnante, in quanto educatore, ha un compito molto importante nella formazione del giovane allievo.
La disciplina che lo studio della danza imprime nell’allievo lo renderà consapevole che, per ottenere risultati soddisfacenti, impegno e determinazione sono fondamentali; anche coloro che non proseguiranno nel percorso professionale saranno in grado, qualsiasi studio o attività seguiranno in futuro, di lavorare con impegno e disciplina.
L’allievo/ballerino non può barare, ciò che esegue è visibile.
L’insegnante inoltre, in quanto educatore, può aiutare un bambino timido ad aver più fiducia in sé stesso e uno troppo esuberante ad utilizzare la sua energia in modo positivo.
Oltre a insegnare la tecnica sarà fondamentale far sentire all’allievo il piacere di eseguire movimenti espressivi: sin da piccolo il bambino, con un attento ascolto della musica può prendere coscienza della differenza di dinamica, velocità ed espressività fra un movimento e l’altro. Ricordiamoci sempre che la danza è un’arte!
In molti si chiedono se per essere un buon insegnante è necessario essere stato un buon ballerino; qual è la sua opinione in merito a questa correlazione?
A coloro che si chiedono se per essere un buon insegnante è necessario essere stato un buon ballerino risponderei che aver ballato a livello professionale è sicuramente di grande aiuto.
Se si ha avuto però una buona preparazione tecnica con anni di studio e se si ha frequentato un valido percorso di formazione per insegnanti, se si ha grande passione per la danza, doti pedagogiche e desiderio di trasmettere con generosità il proprio sapere, anche se non si è stati ballerini professionisti si può essere un buon insegnante.
Cosa consiglia a un giovane maestro che si appresta a iniziare la sua carriera e cosa si sente di suggerire ad un insegnante che invece abbia già un’esperienza significativa alle spalle?
A un giovane che si appresta a iniziare il suo percorso di insegnante consiglierei di verificare se le sue conoscenze didattiche sono sufficienti o se necessita di ulteriori approfondimenti.
Questo consiglio vale anche per un giovane ballerino professionista alle prime armi come insegnante. Saper ballare non significa essere pronti ad insegnare.
A coloro che già insegnano da anni consiglio di continuare ad aggiornarsi, confrontarsi con scuole diverse, verificare sempre i risultati del proprio lavoro e in particolare non adagiarsi nella routine quotidiana, ma rinnovarsi usando entusiasmo e… Fantasia!
Preparazione tecnica, conoscenze multidimensionali, aggiornamento costante, attenzione, pazienza, passione e fantasia; sono questi alcuni degli ingredienti per diventare un buon insegnante.